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Il bere responsabile fa vivere meglio.

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Bere è un piacere dei sensi, degustare un buon bicchiere di vino, lasciarsi lusingare dai suoi attraenti aromi e appagarsi del suo sapore è un piacere, un vero piacere che certamente conosciamo tutti e al quale probabilmente non sappiamo rinunciare, tuttavia questo piacere rimane tale solo e solo se si ha la giusta cognizione e la giusta lucidità per poterlo apprezzare. Anche una birra, un cocktail, una qualunque bevanda alcolica, ci procura un appagamento sensoriale, sempre che lo si faccia con moderazione. Ogni persona di età maggiore di 15 anni consuma ogni anno 6,4 litri di alcol puro. Tuttavia, poiché è il 43% della popolazione globale a bere alcolici, di fatto coloro che bevono davvero consumano una media di 15,1 litri di alcol puro annualmente.

Il consumo medio giornaliero di coloro che bevono alcolici è di 33 grammi di alcol puro al giorno, equivalenti circa a 2 bicchieri (ciascuno da 150 ml) di vino, una bottiglia di birra grande (750 ml) o due bicchierini (ciascuno da 40 ml) di super alcolici. In tutto il mondo, più di un quarto (27%) di tutti i ragazzi di 15-19 anni consuma alcolici e i tassi di consumo di alcol per questa fascia d’età sono in assoluto e per frequenza i più alti registrati: in Europa (44%), Americhe (38%) e Pacifico occidentale (38%).

Alcune indagini svolte a livello scolastico indicano che, in molti Paesi, l’uso di alcol inizia ben prima dei 15 anni con differenze molto piccole tra ragazzi e ragazze. I differenti livelli di consumo tra Regioni e Paesi sono dovuti alla presenza di numerosi fattori (sociodemografici, livelli di astensione della popolazione, sviluppo economico, cultura, tipi di bevande preferite). Ad esempio, solo il 2,9% della popolazione nella Regione Oms del Mediterraneo orientale ha consumato alcol negli ultimi 12 mesi mentre, al contrario, i consumi alcolici tra la popolazione della Regione europea sono oltre un quinto (21,2%) del totale mondiale.

L’alcol è consumato da più della metà della popolazione in tre Regioni dell’Oms (America, Europa e Pacifico occidentale) e l’Europa è la Regione nel mondo in cui il consumo medio è il doppio della media mondiale, nei fatti il più alto consumo pro capite del pianeta (nonostante sia diminuito di oltre il 10% dal 2010). Esistono inoltre marcate differenze geografiche per quanto riguarda il tipo di bevande consumate.

Globalmente, il 44,8% dell’alcol viene consumato sotto forma di superalcolici, che rappresentano anche il tipo di bevanda più consumata nelle Regioni Oms del Sud-Est asiatico, del Mediterraneo e del Pacifico occidentale. Il secondo tipo di bevanda più consumata è la birra, che rappresenta il 34,3% di tutte le bevande alcoliche consumate nel mondo. Solo l’11,7% dell’alcol viene invece consumato sotto forma di vino. Tuttavia, il consumo di questa bevanda rappresenta un quarto del consumo totale nella Regione europea (29,8%).

I maggiori cambiamenti nelle preferenze si sono verificati in Europa, dove l’uso di superalcolici è diminuito del 3% mentre quello del vino e della birra è aumentato. Nel 2016, nel mondo, il consumo dannoso di alcol è stato responsabile di più di 3 milioni di decessi ogni anno (il 5,3% di tutti i decessi), e più di tre quarti di queste morti si sono verificate tra uomini.

La mortalità è riconducibile per il 28% a infortuni (come quelli dovuti a incidenti stradali, autolesionismo e violenza interpersonale); per il 21% a disturbi digestivi; per il 19% a malattie cardiovascolari mentre il resto è correlato ad altre condizioni di salute come malattie infettive, tumori, disturbi mentali ecc.

A livello mondiale si stima che 237 milioni di uomini e 46 milioni di donne soffrano di disturbi legati al consumo di alcol, con le prevalenze più alte nella Regione europea (14,8% uomini e 3,5% donne) e in quella delle Americhe (11,5% uomini e 5,1% donne). I disturbi legati all’alcol sono, infatti, più comuni nei Paesi ad alto reddito. L’uso dannoso di bevande alcoliche è un fattore causale in oltre 200 malattie, incluso il cancro, e di situazioni d’infortunio e incidentalità.

Questi dati incutono terrore, ma non devono terrorizzarci tanto da diventare astemi. La cultura del buon bere passa anche per la consapevolezza di ciò che si fa ogni volta che si decide di bere, dei piaceri che questo può regalare e dei rischi che si potrebbero correre nel caso in cui se ne abusi. In riferimento al vino, la medicina ha riconosciuto, e continua a riconoscere, i benefici che questo liquido può donare all’organismo, si sa che quando il vino è consumato sempre e comunque con moderazione, è capace di prevenire certi disturbi del cuore, fra questi l’infarto, migliora la circolazione sanguigna e aiuta la prevenzione di alcune forme tumorali.

Questo è qualcosa che si è sempre saputo, tanto è vero che esistono molti modi di dire, e svariati proverbi delle culture popolari che ci ricordano il buon uso del vino. Fra tutti, il celebre “chi non beve vino è una pecora, chi lo beve in giusta misura è un leone, chi ne beve troppo è un asino”, con tutto il rispetto per gli animali coinvolti in questa “pillola di saggezza” popolare.

Chi vuole appartenere alla cultura del buon bere, chi vuol essere sostenitore del vino o di altre bevande alcoliche, ricordiamoci anche e soprattutto di essere intelligenti e di essere fautori della moderazione. Rispettiamo noi e gli altri, rispettiamo chi produce bevande alcoliche di qualità e le produce anche con l’intento di creare qualcosa di unico e particolare che ci regali un emozione e possa essere apprezzato. La cultura del buon bere è soprattutto questo.

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